venerdì 17 maggio 2013

Recensione: "La bambina senza cuore"





Titolo: La bambina senza cuore
Autrice: Emanuela Valentini
Serie: //
Disponibile: in italiano; potete scaricarlo gratuitamente (e del tutto legalmente) qui!
Trama: "Whisperwood, 1890. Lola, dodici anni, si risveglia nella buca di neve in cui è stata sepolta. Non ricorda nulla. Sul suo petto una ferita aperta, testimone di un gesto efferato. Whisperwood, 1990. La vita di Nathan, quattordici anni, cambia la sera in cui decide di infrangere il coprifuoco che vige a Whisperwood. L’incontro con Lola, la pallida fanciulla che abita in un cimitero in rovina con un angelo di marmo, un gargoyle e un poeta dall’animo inquieto, sconvolgerà la sua esistenza per sempre. Un viaggio a ritroso nelle pieghe del tempo. Un’antica maledizione. Un tortuoso percorso verso la verità."
Ambientazione:
siamo a Whisperwood, un piccolo borgo circondato dai boschi e dalle brughiere nel bel mezzo della placida campagna inglese, a pochi chilometri dalla capitale.
La città, che ci viene presentata attraverso due archi temporali diversi (il primo, e più antico, relativo all'ultimo decennio del diciannovesimo secolo, e il secondo legato invece ai ben più "sonnacchiosi" anni novanta...) soffre di una pesante maledizione che l'affligge ormai da svariati decenni: al calare del buio, le strade di Whisperwood si trasformano infatti in una pericolosissima e proibita terra di nessuno, calpestata da inquietanti presenze assetate di sangue...
Personaggi principali:
- Nathan Morris: quattordicenne dall'indole sensibile e dalla capacità di eloquio alquanto altisonante XD, ha perso la madre a causa di una tragica fatalità e vive adesso da solo con il padre, un uomo rude e tormentato con il quale relazionarsi a tratti può rivelarsi estremamente problematico.
- Lola: ragazzina fantasma che dimora in un antico "sepolcreto" (ho imparato grazie a questo libro che si può anche dire così, quando si vuole alludere ad un cimitero/camposanto senza che nessuno nel raggio di dieci chilometri capisca di cosa diavolo si stia parlando! XD) nascosto al centro di un isolotto circondato dalle acque di un misterioso lago. Giace sospesa in uno stato di perenne incertezza fra la vita e la morte, incapace di proseguire quanto di tornare indietro; possiede dei poteri magici che le derivano dal suo essere stata, in vita, una figlia di strega, e non ricorda quasi nulla del proprio passato.
- William Morris: sindaco di Whisperwwod e padre di Nathan, vedovo inconsolabile e ultima vittima, in linea di discendenza diretta, di una tragica maledizione familiare. E' l'incarnazione dello stereotipo su due gambe dell' Adulto, inteso qui come quella particolare figura semi-professionale che, in virtù della propria decantata anzianità e presunta pseudo-maturità, si comporta spesso e volentieri da testone immaturo ed egocentrico, e non presta la benché minima attenzione a niente di quello che gli capita sotto il naso (a meno che, beninteso, non abbia a che fare con cifre matematiche o progetti approvati dal catasto), figlio compreso.
- Rosie Maud: misteriosa ragazzina/vecchietta, emarginata e da tutti considerata una reietta, perché "diversa". La sua solitudine, abissale e radicata quanto quella di Lola, affonda le radici in un passato remoto che ha a che fare con la schiva stirpe dei Buoni Vicini, esseri incantati che dimorano nelle più recondite profondità dei boschi.
- Il Poeta: il migliore amico di Lola, spettro a sua volta, ma privo, a differenza della ragazzina, di qualsivoglia forma di corporalità. Non ricorda nulla della sua vita precedente, nemmeno il proprio nome; ha un'indole malinconica e un'innegabile vena talentuosa, che gli consentono di comporre versi in grado di sfogare, in una certa misura, parte della propria tragica confusione e sofferenza.
- Bianco: angelo di pietra e custode del vecchio cimitero, rianimato dalla magia di Lola. E' un grande amico della ragazzina, dotato della natura riflessiva di un filosofo e del coraggio di un autentico combattente.
Le mie opinioni:
Se uno scrittore italiano prova a cimentarsi nella stesura di un romanzo distopico, ecco che si leveranno voci da ogni parte a salutarlo come la risposta nostrana a Suzanne Collins.
Se decide di scrivere una romantica variazione-sul-tema dei vampiri/licantropi/angeli armati di spade, ecco arrivare la Stephenie Meyer de'noialtri XD; se un esordiente si butta nell'inflazionato mondo dell'epic fantasy, poi... apriti cielo: ecco a voi il grande Tolkien redivivo! E che la gabbia dei leoni si spalanchi pure ad inghiottire chi ha osato così tanto! XD
Suppongo perciò fosse abbastanza inevitabile che Emanuela Valentini, autrice della fiaba dark e gotica "La bambina senza cuore", fosse costretta, in una certa misura, a "confrontarsi" con i nomi sbandierati dalla campagna portata avanti per promuovere il suo libro: nel caso in questione, stiamo parlando di "scomodare" niente meno che Neil Gaiman e Tim Burton in persona! XD
Decidiamo dunque di stare al gioco.
Da un punto di vista prettamente contenutistico, il paragone potrebbe anche calzare, secondo me.
La Valentini sceglie di raccontarci la storia di Lola, una ragazzina spettrale né viva né morta, che vive in un antico cimitero sperduto e malmesso al centro di un isolotto a sua volta annegato nel cuore di un lago nero e misterioso.
Al destino della giovanissima Lola, vittima innocente della malvagità e dell'ipocrisia di molti, si intreccia quella del sensibile figlio del sindaco locale, Nathan, un ragazzo orfano di madre che si scopre fin dal primissimo istante irresistibilmente attratto da Lola e si sorprende a desiderare di trovare un modo per aiutarla.
Una storia d'amore e d'amicizia dolce e delicata, dalle sfumature innegabilmente dark e persino macabre, sulla cornice di un camposanto dalle lapidi sghembe e affollato dagli spiriti irrequieti delle ombre di coloro che non sono più; una cornice che mi ha fatto tornare immediatamente alla memoria - e dubito sia un caso - Nobody Owens (da "Il cimitero senza lapidi e altre storie nere" e "Il figlio del cimitero" di Neil Gaiman) e la sua stravagante famigliola di spettri, così come ha risvegliato in me il ricordo di suggestive immagini e sequenze tratte da "La sposa cadavere" e dal recente "Frankenweenie" diretto da Burton.
La Valentini è innegabilmente un'abile evocatrice di atmosfere, secondo me; scrive e descrive giocando costantemente sul labile confine che divide una cronaca attendibile dal delirio più sfrenato (calcando fin troppo la mano, in questo senso, a dire il vero...), e ci presenta un grappolo di personaggi che, in modo molto vago e simpatico, ricordano effettivamente (almeno esteticamente parlando) alcune delle più riuscite e accattivanti creazioni partorite dalla fervida immaginazione di Burton o di Gaiman.
Ne "La bambina senza cuore", tuttavia, vengono quasi totalmente a mancare, secondo me, le tracce di quel particolarissimo calore, di quello specialissimo tocco d'umanità e d'emozione, che caratterizzano gran parte delle opere prodotte tanto dell'uno che dell'altro artista.
Se dovessi avanzare un'ipotesi, probabilmente direi che la sensazione "tiepidina" che la lettura di questo romanzo - per altro per certi versi francamente notevole - mi ha trasmesso, è riconducibile a due fondamentali fattori: lo stile - che qualcuno potrebbe definire giustamente lirico e "alto", ma che a me sinceramente è parso per larghi tratti più che altro inutilmente ampolloso e molto letterariamente ammorbante! XD - e la mancanza quasi totale di qualsivoglia forma di humor (britannico, italiano o d'altra nazionalità che sia! XD)
Si presuppone, ad esempio, che Natahan sia un moderno ragazzino dei nostri tempi. Sentirlo parlare come una nonna che sferruzza al tavolo della colazione, oppure, peggio ancora, come se fosse la reincarnazione di Lord Byron in persona (anche quando si tratta solo di chiedere il permesso di bere una semplice Coca Cola, sia ben chiaro! XD) per me ha introdotto una costante stonatura all'interno della narrazione; sentir sproloquiare, a tratti, il narratore di luci cangianti che si innalzano e di "sguardi composti che in si insinuano improvvisamente negli occhi" (uno sguardo composto?!? XD), e farlo, fra l'altro, molto spesso in termini assolutamente incomprensibili, ha fatto anche di peggio che causarmi un'increspatura di disappunto sulla fronte: mi ha fatto sghignazzare! Eccome se lo ha fatto! XD
In momenti della storia in cui (per esigenze di copione, diciamo! XD) avrei dovuto (e voluto, a onor del vero) piuttosto sentirmi partecipe o commossa, amareggiata o colpita o meravigliata.
L'amore per la poesia nutrito dall'autrice è senz'altro palese e travolgente, e questo le fa onore; può ben darsi che un altro lettore possa rimanere estasiato dai suoi continui rimandi al lessico dell'età romantica e al parlare forbito dei suoi personaggi, beninteso. Non si può negare che "La bambina senza cuore" sia un romanzo elegante e molto, molto curato.
D'altra parte, tutto questo amore per il linguaggio poetico, e per il codice a cui quest'ultimo rimanda, è probabilmente anche la causa di tutti i pessimi dialoghi presenti nel libro: ogni personaggio, che si tratti di un adolescente o di una nonnetta, di un sindaco di paese o di uno speculatore edile giunto da oltreoceano, parla e si esprime infatti nello stesso e identico modo... vale a dire come se parafrasasse una poesia, e scegliendo ogni singola volta (intendo proprio tutte, senza eccezioni!) di adottare una soluzione artificiale e altisonante laddove avrebbe magari potuto adoperarne una più colloquiale, più  "semplice" (popolare? XD). Il tutto, a discapito secondo me dell'efficacia e dell'espressività psicologica e caratteriale dei vari protagonisti.
Nel libro della Valentini, tanto per fare un esempio sciocco, la gente non si limita ad avere delle intenzioni: le possiede. Le persone non si abbracciano le une con le altre: si avvincono.
Una lacrima non è solo una goccia: è una stilla di pianto.
E così via, così via.
Restano, invece, la piacevole semplicità di un intreccio talvolta prevedibile, ma sempre coerente e ben studiato; la positività di un messaggio di fondo veicolato con cura e attraverso una sapiente dose di maestria, la capacità di inventare degli scenari dal sapore "goticheggiante" e squisitamente morboso (i fiorellini neri dalla corolla a forma di teschio che spuntano dal nulla al minimo tocco di Lola, il cranio d'ossa infilato a mo' di elmo da combattimento, le piccole creature dagli occhi a forma di stella...), l'amore e il rispetto, che sconfinano a tratti nella venerazione più totale, e che fra l'altro condivido in pieno, nutrito nei confronti del potere vivifico e vivificante delle parole! :)

Un racconto da sorseggiare, magari durante una notte di luna piena, al chiarore di un paio di candele; per scoprire e apprezzare il talento di una giovane autrice che ha ancora una lunga strada davanti a se', e molte mancanze e spunti sui quali lavorare.. ma anche tutte le carte in regola per dimostrare, con il tempo e senza fretta, di non avere assolutamente nulla da invidiare ad alcuni colleghi scrittori di lingua inglese! :)


Giudizio personale: 6.3/10


Letture affini:


John Saul - I misteri di Blackstone


Kendare Blake - Anna vestita di sangue


Jane Yolen, Midori Snyder - Il diario delle fate 


Neil Gaiman - Il cimitero senza lapidi e altre storie nere




:)

4 commenti:

  1. Non avevo dubbi che la tua recensione mi sarebbe piaciuta! Ironica, sincera e obiettiva. Ne ho lette di ogni su questo titolo: dalle odi di osanna alle critiche rasentanti l'insulto e la cosa mi ha terribilmente disorientato. La tua mi sembra una rece molto equilibrata e ora sono proprio curiosa di leggere quest'opera... Se mai troverò tempo per farlo con le 7542355 letture arretrate :-P

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    1. Grazie mille, Lo, sono davvero felice che la recensione ti sia piaciuta! ^^ E sono davvero curiosa di scoprire cosa ne penserai di questo libro così gotico e così "particolare"! :D In quanto alle letture arretrare... non ce la faremo maiiiii!!! Ahaha! XD

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  2. Davvero una bella recensione, se lo leggerò sarà dopo aver finito tutti i libri che non vedo l'ora di avere fra le mani quindi...non prestissimo :P

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    1. Grazie mille, Elena!! ^^ Ah, come ti capisco: ogni volta che finisco un libro, non so mai come fare per decidere il successivo da cominciare... Mi verrebbe voglia di lanciare una moneta e far scegliere al caso, fosse per me ne inizierei almeno dieci tutti insieme hi hi hi! :P

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